Non sono un fan della fotografia astronomica.

Semmai, un fan della fotografia, e stop.
Ciononostante, condendola con i giusti ingredienti, anche la più insipida esperienza può diventare avventura o quantomeno appunto, esperienza.  Ma con questo non voglio dire che la fotografia notturna sia insipida, tutt’altro! Probabilmente una delle sfide più accattivanti per ogni fotografo che si rispetti, ma una noia mortale per i poveri accompagnatori 🙂

Inoltre, rimane pur sempre una piacevole scusa per fuggire dallo stress quotidiano e rifugiarsi sulle accoglienti cime che circondano il nostro versatilissimo territorio.

Dimenticavo gli ingredienti, cazzo!
Cominciamo da quello fondamentale: La voglia.
Fare fotografia notturna, e specialmente quella astronomica potrebbe scoraggiare chi generalmente soffre freddo, umidità, mal di schiena, paura del buio (in genere PESTO) o dei rumori della notte. Questo fa si che in genere, sia quasi totalmente riservato ai maschietti.

-Specifico il quasi onde evitare orde di femministe inbufalite armate di cavalletti in alluminio-

L’esperienza estiva ha portate le mie terga tra Castelluccio di Norcia (Umbria), e Campo Imperatore (Abruzzo) alla ricerca del buio più nero e delle stelle più lucenti.

C’è da specificare una cosa. Quando programmate un’ uscita del genere, informatevi bene sul meteo (le stelle con le nuvole non vanno d’accordo) , la posizione della luna e quella della via lattea e portate con voi , se possibile una mappa stellare. Ci sono applicazioni per smartphone che faranno per voi tutti questo, e, in mancanza di ammennicoli tecnologici, un buon amico esperto farà al caso vostro e sarà sicuramente più esplicativo di un giocattolo a cristalli liquidi.

Confesso. Non avevo idea di come calcolare la posizione della Via Lattea e persevero. NON LO SO NEANCHE ADESSO.

L’approccio del gruppo è stato il naturalissimo (e quantomai più errato) “andiamo e poi vediamo”.

 

Ecco.

Se pensate di poter fare la foto della vita con questa filosofia, chiudete lo zaino e aprite una birra 🙂

Nonostante ciò, qualcosina il sensore sembra averlo catturato.
Qualcosina in più, ha invece catturato il cuore, il sensore più sensibile (ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh..)

Serate con le persone più care e con gli amici, una volta stellata, arrosticini e carne a volontà, formaggio e vino.

Sono questi gli ingredienti per la MIA fotografia notturna. E per il colesterolo.

Nel caso dell’ uscita a Campo Imperatore, una casupola di eternit, avvolt dal buio e dal nulla circostante, in stile deserto del Nevada, ci ha accolto intorno alle 22.00 (con fare un poò circospetto) per vederci della carne, del formaggio e del vino, gli ingredienti di cui sopra, appunto.


Li abbiamo cotti sulla griglia immediatamente seguendo i consigli di tostissimo tizio abruzzese che ha tentato di insegnarci a sventolare gli arrosticini senza slogarci un polso, senza però ottenere un grande successo.


Poi, terminata la digestione, abbiamo raggiunto la zona designata per gli scatti.. una pozza di abbeveraggio vacche entro la quale si rifletteva il Corno Grande. Fino al pomeriggio il tempo era stato instabile, la probabilità di tornare a mani vuote.. era elevatissima. fortunatamente il cielo si è poi riaperto regalandoci aria molto nitida, fresca e una bella volta.

Peccato un quarto di luna che ha reso tutto troppo luminoso.
A Castelluccio di Norcia, invece, con il buio più pesto qualche settimana prima la volta stellata era semplicemente fantastica!

Sicuramente con il tempo imparerò a programmare meglio le mie uscite, per evitare gli errori più comuni e ottimizzare il preziosissimo tempo.

Ma Veniamo al dunque. Cosa fare? Cosa portare?

Un cavalletto:
Bello robusto, alluminio carbonio.. forse meglio in alluminio, più pesante. In alternativa potete (dovete) appendere un peso (come lo zaino) al gancio posto sotto la colonna centrale del vostro treppiede, se lo possiede. Dimenticate i cavalletti da supermercato o da bancarella.. saranno solo soldi sprecati.

Blocco dello specchio reflex:
Vi consiglio di spulciare tra le impostazioni della vostra fotocamera e impostarlo su “ON”. Impedirà allo specchio di regalare ulteriori vibrazioni gratuite alla vostra fotocamera, evitando di incorrere nell’ incubo del micromosso.

Una torcia e dei guanti:
Sembra banale e scontato. In realtà un cavalletto in alluminio diventa freddo come ghiaccio. E non avere una fonte di luce per settare la fotocamera allungherà di molto i vostri tempi. Provare per credere.

Un obiettivo adatto:
Un grandangolo luminoso sarebbe l’ideale. Avere un conto in banca per un grandangolo luminoso sarebbe molto più ideale. Le foto qui sotto sono state scattate con 35mm F1.4 su sensore 5DMark II.. e devo dire che nonostante l’elevata luminosità, un grandandolo come un 24mm o addirittura un 14mm avrebbe prosotto senza ombra di dubbio un risultato migliore, con le stelle più puntiformi.

Ovviamente il tempo di scatto:
Lungo ma non troppo per stelle puntiformi, posa B per tentare uno startrail. In rete c’è un programmino che li unisce (credo si chiami proprio startrail), è free, ed è di una semplicità disarmante.
Se avete intenzione di utlizzarlo consiglio di effettuare tanti scatti da circa 30-40 secondi con intervallometro e poi unirli con il programma in questione.

Ma adesso basta tecnicismi, questo blog ne parla sempre in maniera approssimativa, ci sono milioni di siti che lo fanno per me e non è mio interesse perdermi nella masnada di piattaforme più tecniche, informate e professionali.

Andate e sperimentate!

…e non dimenticate il vino.

 

Qui di seguito qualche immagine catturata durante le nostre divertenti ed etiliche uscite fotografiche. Mi rendo conto che dopo aver visto il video possano perdere dignità e credibilità, ma credetemi.. c’è tutto il cuore 😉

Castelluccio di Norcia – Via Lattea – Canon Eos 5D MarkII & Canon 17-40 L

 

Castelluccio di Norcia – Via Lattea al rudere “Zeffirelli “- Canon Eos 5D MarkII & Samyang 35 F 1.4

 

Campo Imperatore – Temporale all’ orizzonte – Canon Eos 5D MarkII & Canon 17-40 L

 

Campo Imperatore – Dopo La Pioggia – Canon Eos 5D MarkII & Canon 17-40 L

 

Corno Grande –  Gran Sasso d’ Italia –  Canon Eos 5D MarkII & Samyang 35 F 1.4

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